Tag: Tiro con l’arco

Volo lento

 

 

 

 

 

 

 

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Quasi le sei, del ciclamino i nidi nel crepuscolo stingono l’aria della sera profumando sul cortile una dolcezza di boschi, della luce apprendo la parola che mi fa restare, quando invece saprei l’ora di andare : a coltivare la forma del mondo, e accettare in quella di consumare la mia.

 

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Ieri sera nella pratica di tiro abbiamo provato il mio arco, abbiamo guardato come s’involano le frecce, ne abbiamo provate diverse. Lo scopo sarebbe quello di trovare la freccia giusta nell’equilibrio fra l’arco e l’arciere, si potrebbe anche dire la freccia adatta per mettere l’arco e l’arciere nella giusta relazione — quella più consona, più naturale ?

Io non ho l’occhio per seguire la traiettoria di questo corpo sottile che scocco dalla mia corda ; non ho l’orecchio per sentire se l’arco mi vibra appena nella mano dal rumore che fa dopo il rilascio della corda. Più grossolanamente, posso avvertire del volo soltanto la spinta che alla freccia s’imprime dalla sua coda, l’eco di quella spinta che resta attaccata un istante di più sulla mia corda, vibrandomi nelle spalle fino al centro del petto ; posso avere l’orecchio di quella spinta come conclude la sua corsa nell’impatto sul bersaglio.

Verso la fine della pratica abbiamo raggiunto un’opinione di massima sulla freccia da scegliere, tanto per incominciare ; poi Andrea mi propone di tirare con una freccia di legno, me ne offre una delle sue, normalmente tiriamo con frecce in carbonio. Ho scoccato allora la freccia e subito ho avuto l’impressione fisica prolungata di tutta l’ampiezza della distanza che c’era fra me e il bersaglio, l’aria che invece di essere solcata da un tiro secco slanciato al limite del suo sforzo e riverberante nel suono emesso dall’arco, l’aria si riempiva ora di una palpabile plasticità che era la forma del volo lento della freccia. Ho saputo allora che non è tutto sentirmi nel cerchio fisico e magico dell’arco fatto apposta per me mentre si tende, che ci si può proiettare anche fuori dal cerchio.

E’ stato così che ho saputo in modo definitivo cosa vado cercando, l’ho saputo in un istante delle mie membra, ne ho serbato vivida impressione nel mio spirito.

14.II.2020
 

 

 

 

 

 

 

 

” Diecimila battiti di ali in volo “

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Il sole offuscato di grigio nel cielo della sera dietro le coltri di umidità che s’addensano nel vento, lungo la strada sono svaniti come un sogno i campi di grano che la costeggiano e il commovente mistero dell’oro di spighe al tramonto che solo dieci giorni fa si era rivelato lungo la provinciale per Torre Verde.

E’ pronto il mio arco da tiro, insieme a Giorgio e ad Andrea siamo venuti per portarlo a casa, nel tinello verde dalle finestre chiuse sul tramonto estivo non riesco a riconoscerlo subito fra gli altri, mi aiutano a cercarlo. Quando poi il palmo della mia mano si tiene all’impugnatura, la naturalezza della presa che Franco ha saputo raggiungere con un lavoro di precisione, mi permetterebbe di riconoscerlo ad occhi chiusi.

Andrea lo soppesa e lo valuta equilibrato per la buona distribuzione delle sue masse ; probabilmente farà pure un bel suono nel rilascio della freccia, avrà una bella voce, ma bisognerà che lo provi su un vero campo da tiro, il battifrecce nell’orto è troppo vicino e rumoroso. Insieme avevamo scelto il colore dei legni : dal castano chiaro al biondo scuro passando per un color miele ; lo scavo ad arte delle fasce dei legni di spessori e colori diversi ha creato, dalle mani di Franco, nel cuore dell’impugnatura il disegno di una piccola farfalla.

Franco ha pure qualche albero da frutto che cresce nell’orto, ha fatto un raccolto abbondante di albicocche, prima di ripartire ce ne regala un po’.

 

 

 

 

 

 

 

Giorno di gara

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Vizzano in primavera è un incanto di verde distesa di colline, e dall’alba al tramonto un nido di canti di uccelli sotto il cielo, lungo il famoso cammino della Via degli Dei che collega in un percorso a piedi Firenze a Bologna. E di viandanti ne passavano anche domenica con gli zaini sulle spalle, costeggiando il campo di tiro degli Arcieri della Rupe dove fin dalle prime ore del mattino si organizzavano i preparativi per accogliere i partecipanti alla gara : all’aperto il banchetto per registrarsi e il gazebo ristoro con bevande calde e torte appena sfornate, nella casetta di legno già si pensava a preparare il pranzo.
Completate le registrazioni e composte le squadre, gli arcieri organizzatori accompagnavano i partecipanti alle piazzole, e intanto una pioggia leggera via via più insistente, poi lenta e costante fino alle prime ore del pomeriggio, avrebbe dettato il passo alla gara : chi ha rinunciato al percorso poco dopo l’inizio e chi si è ritirato dopo un certo numero di piazzole, quelli che si sono lasciati coinvolgere dalla pioggia affrontando l’imprevisto atmosferico con spirito di gioco – il campo era in sicurezza – altri invece si sono misurati con la difficoltà. Per tutta la durata della gara non è mancato ai partecipanti il supporto degli organizzatori con ristori e interventi per agevolare l’accesso alle piazzole ; ma sotto la pioggia battente il terreno argilloso del bosco è diventato sempre più fangoso e ha fatto desistere le squadre dal completare il percorso che gli Arcieri della Rupe avevano preparato con passione in settimane di lavoro. La gara è stata allora sospesa per maltempo dopo 16 piazzole, rimanendo comunque valida per la qualifica al Campionato Italiano.
Nelle prime ore del pomeriggio tutti i partecipanti si sono ritrovati sul campo base per il pranzo allestito sotto i gazebo, lo spirito conviviale ha alleggerito ciascuno della fatica della giornata intrecciando racconti e bocconi e sorsate di vino. Soltanto nel pomeriggio i nuvoloni di pioggia si sono diradati ed è apparso il sole a riscaldarci dopo il freddo patito, e sul campo usato per i tiri di prova gli arcieri di tutte le compagnie si sono rimescolati conversando fra un tiro e l’altro finalmente in relax.
Infine il momento della premiazione dei vincitori di categoria da parte del presidente ; anche se a vincere in una giornata così è stato ciascuno di noi con la sua voglia di esserci, anche nella fatica, di darsi nel grande e nel minimo gesto per rendere possibile sempre un’occasione d’incontro.

 

Gara FIARC – Percorso a Vizzano di Sasso Marconi ( Bo ). 28 aprile 2019
 

 

 

 

 

 

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Nelle immagini, in un giorno d’aprile, l’ingresso al campo di tiro a Vizzano di Sasso Marconi, Bologna.
 
( gli animali visibili in fotografia sono sagome tridimensionali )
 

 

 

 

 

 

 

Compimenti

 

 

 

 

 

2 maggio

Non saprei nominare le forme del tempo, i modi in cui si compie — come adesso.

 
3 maggio

Non conosco le forme del tempo ; ma ho visto sempre qualcosa di nuovo e inaudito compiersi ogni volta in cui mi sono smarrita, e poi mi sono domandata — da dove vengo, dove sono stata, che cosa ho fatto per tutto questo tempo ? E poi non riesco ad andare a ritroso ai momenti vissuti, a risalirne le tracce ; e mi ritrovo nell’oggi come fosse davvero ricominciare da qui, un qui bastante a se stesso e un essere sufficiente.

Lo sforzo di pensarsi nel tempo, nel passare del tempo come se fosse reale . . .

Numerose si compiono sviste minute d’eterno fra un atto e l’altro di volontà. Come l’ultima volta in cui, sconosciuta e inattesa, una sorda tensione mi si levava davanti, fino al più alto dello sguardo, e poi l’ho vista slanciarsi tutt’una col volo della mia freccia, l’ho seguita con gli occhi fino a toccare il bersaglio, il centro del bersaglio . . . e nell’impatto avvertire spostarsi qualcosa anche dentro di me.