Tag: Philippe Aigrain

Senza Philippe

 

 

 

 

 

 

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Philippe Aigrain – immagine web

 

 

 

 

 

È mezzogiorno Philippe, il suono di campane inonda l’aria sulla città antica  – chissà se anche tu, studente a Bologna, ti emozionavi per questo stesso suono di bronzi che fa l’aria liquida.

 

Appena in piedi Philippe, oggi ho bisogno di tutto il caffè nella napoletana, oggi è venuto come un deserto di pianto, senza che fosse notte ad albeggiare, con lo stupore negli occhi, lo sguardo a vuoto nella stanza, siedo, le mani appoggiate sulle ginocchia, ho l’impressione che mi ascolti, e io ti parlo, e mi consolo

. . . …

 
19 luglio 2021
 

Altri testi sono disponibili QUI e QUI
 

 

 

 

 

 

 

Un’altra narrazione del mondo

( cliccare sull’immagine per ingrandire )

 

 

 

 

 

 

 

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Fra poco, mezzogiorno. In piedi da un’ora, la notte è trascorsa senza patimenti, nessun dolore fisico di pesantezza muscolare nelle cosce, poco sonno.
G. parlava al telefono con il medico di base che gli certifica una settimana di assenza dal lavoro per malattia, ha ancora mal di schiena. Tempo liberato.

In piedi, l’articolazione dell’anca destra bloccata & dolente in movimento e da ferma, un breve raggio di sole alla finestra illumina i capolini di viole al davanzale, forse il cielo di piogge si allontana per un po’, i fischi che fa il merlo, dentro di me all’opera un tentativo  di  d e s t r u t t u r a z i o n e.

Dal mondo qualcosa di vivo ci raggiunge attraversando la notte, un’altra narrazione ha ripreso a fremere, parla, si slancia in relazioni . . .

 

 

 

Un autre récit du monde

Bientôt midi. Levée depuis une heure, la nuit traversée sans souffrance, sans douleur due à la lourdeur des muscles dans les cuisses, peu de sommeil.

G. a téléphoné au médecin généraliste qui lui a prescrit une semaine d’arrêt maladie, il a encore mal au dos. Libération du temps.

Debout, l’articulation de la hanche droite bloquée et douloureuse en mouvement comme au repos, un bref rayon de soleil par la fenêtre illumine les inflorescences violettes sur le rebord, peut-être le ciel de pluie s’est-il éloigné un moment, les sifflets que fait le merle, une tentative  d e  d é c o n s t r u c t i o n  est à l’œuvre en moi.

Du monde quelque chose de vivant nous parvient, traversant la nuit, un autre récit s’est remis à trembler, parle, s’élance de lien en lien . . .

 

Traduzione dall’italiano di Philippe Aigrain
( cliccare QUI per la versione in francese )

 

 

ATELIER DE
BRICOLAGE
LITTÉRAIRE

 

 

 

 

 

 

 

Davanti alla traduzione dei miei versi di poesia

 

 

 

 

 

C’è una commozione che non si può spiegare, che rimane per sempre segreta nelle pieghe dell’intimità, una vena di vita che non può vedere la luce : se potesse affiorare, se ne disseccherebbe.
Affacciarsi su un’altra lingua parlante, mentre cerca di mettere i suoi passi nelle orme lasciate dai tuoi passi nella cera fusa del senso delle cose ;
seguire la danza che improvvisa sull’orlo del rischio di fraintendere,
sul confine luminoso dell’errare,
e tu palpiti per lei, per quella lingua straniera che si avventura,
temi per lei, che non si perda nel suo slancio generoso di accogliere l’ascolto,
e infine molli la presa sulle tue parole,
accetti l’invito di scioglierti in un’altra danza,
ti lasci confondere, scivolare.

 

Philippe Aigrain traduce  C o n t r o — articolare
 

 
Cliccare QUI per la traduzione

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La via dicente di una brezza

 

 

 

 

 

Levarmi alle 11 nella luce e nella quiete sul cortile del mattino, ancora senza una parola e già frenare nella mente la tentazione del disordine che opprime e sconforta la materia dei giorni, disporre l’orecchio addentro al viaggio che fanno le brume d’autunno, e dall’involo per l’aria che fa un silenzio gestante apprendere come di mani e parole posso sfilare anch’io la densità dell’oggi come la via dicente leggera il sogno di una brezza

. . . . ……..

( ultima versione del testo revisionato il 25.IX )

 

 

 

Nell’ascolto di Philippe Aigrain

 

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Nell’ascolto di Aunryz

 

Nous aide à entrer …
dans cette lente transition
du jaune au gris.

Une porte entre-ouverte sur la brume
capture la lumière d’aujourd’hui
appelle sa présence dense vers demain

 

 

 

Grazie a Philippe e a Aunryz per la risonanza delle loro voci.

 

 

 

 

 

 

Un chiarore per se stesso

 

 

 

In qualche istante la nebbia ha avuto ragione su di noi, sulle nostre vite luccicanti e prive di splendore. Un corpo di chiarore per se stesso, ha occupato tutta l’aria e le distanze un dipanare di sogno, e la pietra manufatta e il suo detto solitario nuovamente si confidano nell’occhio restituito d’improvviso alle selve.

 

 

               Une clarté en soi

En un rien de temps, le brouillard nous a englouti, nous et nos vies scintillantes et privées de splendeur. Bloc de clarté en soi, il a occupé tout l’air et les lointains démêlant le rêve. Alors, la pierre taillée et son dit solitaire se confient à nouveau dans la vue des forêts soudain retrouvée.

              Traduzione dall’italiano di Philippe Aigrain

 

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