Archives for: gennaio 2021

In piedi

 

 

 

 

 

 

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Passato mezzogiorno quando comincio la mia giornata « in piedi », ho bisogno di aria & di acqua, disfo il letto, mi preparo il caffè, riporto sul davanzale della finestra sul cortile la pianta di ciclamino che ho innaffiato ieri sera, ha perso la sua fragranza vegetale nella notte passata al chiuso, che poi al chiuso notte non è, e non è giorno, soltanto tempo del cuore.

1 tazza di caffè napoletano all’americana, 4 fette biscottate con burro di panna di latte – per gusto e non per abitudine – 1 capsula di probiotico, 1 bicchiere di magnesio, metà mela, l’ascolto di 1 cd per intero di Troilo & Forentino – Temblando, Toda Mi Vida… e intanto che siedo i nervi fanno pace con le articolazioni, chissà se riesco a farmi una doccia prima di pranzare.

Matida l’aria sul cortile, ho ascoltato la pioggia sciogliersi nella notte, piumato di ghiaccio il lucore dal cielo, mi levo a mezzogiorno ma sono all’opera – la mia opera – dalle prime luci del mattino, mi levo soltanto quando ho finito, prenoto il pane per telefono, ci sarebbe pure un libro da passare a ritirare, ma i soldi ora non bastano, aspetto un’altra settimana.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nella casa

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11.I.21

Nessun contatto per tutto il giorno, per tutti i giorni, di vetrocemento il confine che fa quest’isolamento, la madre che parla ha la voce indurita, la madre è furiosa non ne può più, lui che si accende il fuoco nel caminetto, rassegnata la madre, lei che vede & si vede e risente del male che ha imparato a tenere per guadagnarsi l’uscita.

 

13.I.21

Lei dalla voce si direbbe che oggi abbia ritrovato la sua oscillazione aurea, penso dentro di me di aver contribuito anch’io, anzi di essere stata io a favorire quel passaggio di grazia che l’ha mutata da dentro senza cambiare nella realtà le cose. Reale, forse in fondo è soltanto un misero esercizio di logica quotidiana quando l’attesa ne resta esclusa.

Questa convalescenza sembra procedere circospetta e senza grandi entusiasmi, e intanto le cronicità mordono sempre di più la corda, e forse è proprio da questa condizione che il fisico da solo ha preso a muoversi, da solo in cerca di ciò in cui può trovare almeno un po’ di respiro.

 

 

 

 

 

 

 

« COME NON DETTO »

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L’insofferenza mi opprime. Ma insistere potrebbe soltanto alimentare fraintendimenti e suscitare un rifiuto e sentimenti di difesa.

Si fa fatica a coltivare c o n f i d e n z a — che poi sarebbe tutto quello che serve, un rapporto di reciproca fiducia in cui poter dimorare nell’attesa che un’incrinatura, una crepa, una cedevolezza in qualche punto di questa resistenza possano offrire l’occasione & il fianco per tentare lo schiudersi di un’apertura.

Al di fuori di questo, si rimane in un sospeso « come non detto ».

Che cosa fare del silenzio in cui mi lasciano gli altri ?

 

 

 

 

 

 

 

Tempo di Natale

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Ancora tempo di Natale ancora per poche ore, ma “natalizia“ ora è per sempre la notte, non serve aggiungere più tempo per questa nuova comprensione di uno dei misteri di sempre del mio cuore

tanto fonde certe notti,
tanto lente nel divenire da es — tendersi a volte
fino a
ricoprirne il giorno

. . . …

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Con tutte le tue creature

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Farsi prossimo * ( chissà perché al femminile non suona bene )

Spezzare il pane, condividerlo con tutti. *
E fare conto sempre nella vita che ci sei, accanto a tutte le tue creature, per tutti i giorni della nostra vita.

* “ Fratelli tutti “ 81
* Mc 6,34 – 44

 

 

 

 

 

 

 

Passaggio d’anno

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Di colpo, è possibile fare il racconto dei giorni, intravedere il senso del tempo, meglio dire la crescita del tempo, la sua maturazione.

Io,
sono questo aggetto di spirito senziente nell’accadere delle cose.

 

 

 

 

 

 

 

Appunti dopo un Natale

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Non è stato per noi tempo di ” lucine & panettoni ” il Natale ; davanti all’immagine della natività non abbiamo sostato tu ed io decorando con la mente quella scena, che per noi la poesia non è un abbellimento, ma velabro dicente la verità.

Abbiamo faticato noi nel tempo dell’Avvento per la risoluzione di un innesto radicale delle nostre vite ; e nel cammino abbiamo guadagnato l’inatteso stupore – a tratti, l’incanto – di sentir crescere come creature vive alcune parole, di vederle davanti agli occhi vivificarsi.

Se Cristo bambino ha scelto la grotta del cuore per venire ad incarnarsi, questo Natale sciolto per decreto dal  d o v e r  apparire è stato per me anche il più integro di tutta la vita ; sono uscita di casa quelle sere soltanto per tornare davanti alla sua grotta, senza nascondere i segni della mia fatica, sciupata eppure libera e lieta.

 

 

 

 

 
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E poi la luce, davvero viene a rischiarare il buio della lingua e l’interdetto degli affetti occultati nel cuore.