Archives for: novembre 2018

Scriverlo

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Come se fosse una conversazione familiare, quotidiana, di fretta come se si potesse sbrigativamente rimandare a più tardi in una condizione di calma e domestica intimità ; salvo poi ringraziare del pensiero prima di chiudere la telefonata. Segno che la rottura, e la distanza che in questa s’allunga, è solo un dato di fatto come un altro invece dell’elemento più stringente nella storia della tua vita…..solo una specie di sottofondo di pensiero che non è stato pensato veramente mai.

Parole che « compilano » un dire disinvolto intorno al motivo della telefonata, e intanto lo slancio incondizionato dell’ascolto si raggrinzisce e si arena nel buio telefonico, come l’ondata di gelo alla finestra nell’aria della sera, poco lontano da qua sulle braccia degli alberi spogli.

Perché scriverlo, non so ; perché sempre si scrive all’incomparabile incomprensione di qualcuno, chiedendo in questo il mondo a testimone. Così, anch’io.

 

 

 

 

 

Autunno, per le aromatiche

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Oggi guadagno due o tre ore di giorno rispetto alla media dei miei risvegli — un misterioso lascito del crepuscolo aurorale se penso all’ebbrezza febbrile delle mie notti.

Il ritmo piano delle piogge alla finestra aperta sul cortile e il buio nella stanza che non oso illuminare.

Autunno, per le aromatiche è profumo che si addensa alle foglie più dolce ; in questa parte del tempo in cui nell’aria sono le ninfe d’acqua ad abitare.

 

 

 

 

 

Spigolando FOLIAGE, di Duccio Demetrio

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L’autunno ci chiama . . . a scrivere

Duccio Demetrio

 

 

 

Scrive Duccio Demetrio in Foliage, Raffaello Cortina Editore :

« Scrivere senza ambizioni, per il puro appagamento e il benessere di sapere che hai vissuto in un altro tempo che ti ha condotto fin qui ».

Dunque, una stagione e la scrittura, una parte dell’anno e il suo richiamo a scrivere ; l’autunno come stagione e non stagione, come disposizione dell’anima ad accostare ogni segno di mutazione delle cose nel tempo, il manifestarsi enigmatico di un processo misterioso — per le cose, per noi.
Autunno come passaggio esistenziale, ogni passaggio di ogni esistere, capace perciò di attraversare tutte le stagioni e ogni fase della vita ; autunno come strumento e « guadagno » sapienziali.

Così come la sua etimologia suggerisce, contrariamente al senso comune dominante, autunno come trabocco di maturazione e tempo d’iniziazione verso la condizione matrice di nuovi inizi, nell’inspiegabile energia vitale che attingiamo dalla corrispondenza, « intonazione tra quello che ci sta attorno e quello che sentiamo in noi », nella « vigoria anche estrema che sa generare in coloro che ne abbiano compreso tutta la spesso latente fecondità ».

Succede sempre che incominci a tenere la mia agenda dell’anno che verrà scrivendoci dentro già da ottobre dell’anno in corso…dopo il periodo delle ferie estive – tanto ci vuole infatti perché ritorni in me dopo quello spaesamento favoloso, quel tempo di espansione che sospende le mie facoltà di dire.
Quando ritorno in me, significa in una dimensione nuova, tanto diversa da richiedere una soluzione di continuità anche con il prosieguo delle pagine bianche dei mesi estivi. E’ il tempo d’autunno a raccogliermi, e lo fa richiamandomi a scrivere ancora, sì, a ricominciare a scrivere altre pagine nuove. Dunque, dopo ogni oro di settembre, sono anche io il frutto maturo d’autunno e la promessa feconda del principio latente di un nuovo ciclo.

rosaturca

 

 

 

 

 

 

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Di sera
Parco della Resistenza, San Lazzaro di Savena