Alain Badiou : penser les meurtres de masses

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Mi sveglio presto stamattina. Avrei tempo per uscire, ma resto in casa. Un altro giorno di traduzione della lunga conferenza di Alain Badiou al théâtre de la Commune d’Aubervilliers del 23 novembre scorsoPrima parte, La struttura del mondo contemporaneo. Traduco fino al paragrafo Les nouvelles pratiques impériales (escluso). L’esperienza del pensiero è molto intensa, come sempre al lavoro con un testo. Senza contare lo sforzo della mia andatura nella lingua, nella voce dell’altro. L’esperienza del pensiero s’incarna.

Il testo è un valido esercizio della ragione. E’ anche un punto di vista e una visione del mondo. E’ un carattere – filosofico – stringente, a tratti angosciante.

Leggo, rifletto, traduco. Penso, mi trasformo e torno sempre con la mente alla mole degli scritti di Pier Paolo Pasolini, alla vita interrotta di Pier Paolo Pasolini, al suo andare e tornare dall’inferno reale… Fino al momento in cui non è tornato più. La sua ultima intervista – QUI – la sera stessa in cui sarà ammazzato ( della quale stento a completare la pubblicazione su questo blog, per eccesso di dolore ) è un colpo che spinge la sua gittata lontano, molto più lontano dal punto in cui parlava : arriva fino a noi, a questi nostri tempi di omicidi di massa.

 

 

 
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