Quello che prima mi addolorava forgiandomi a fuoco nella prova, stasera mi annoia . . .
Il merlo della sera al mio passaggio fra la pietra e il cipresso gettava nell’aria l’urgenza del suo verso.
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Lc 12,49-53
tatto di fuoco impresso sopra un cuore molle di cera, prosegue la preghiera come ben radicata erba di prato alla sua zolla, inspiegabile una vena di commozione e un rapimento costante, delicato.