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David Maria Turoldo
Vorrei scrivere in ginocchio, per quello che ho da dire : o meglio prostrato a terra come certo doveva sentirsi il Cristo nell’orto degli Olivi. Non si sente diversamente il taedium vitae. E anch’io in questi lunghi giorni e lunghissime notti ho sentito il taedium vitae. Dire altro ? No, è inutile, ci sono troppi scoraggiati nel mondo, e siamo tutti responsabili gli uni degli altri. Proprio in questi giorni il figlio diciassettenne di una mia amica si è suicidato, sparandosi un colpo di pistola : a 17 anni !
E però il dolore, la sofferenza ti ammazza in maniera ancora più crudele che non il suicidio ; e questo malessere che non riesci a contenere. Descrivere tutte le parti dolenti ? Tutte le fasi di spasimo ? Impossibile ; e per di più imprevedibili. Sarà necessario abituarsi : come si faccia Dio solo lo sa. Non pensare, fingere di non pensare, di non sentire. Ad esempio, non è che mi sia assente la paura di impazzire. E così, ormai da mesi.
Signore, abbi pietà di me.
Nel lucido buio di David Maria Turoldo
A cura di Giorgio Luzzi, Biblioteca Universale Rizzoli . 2002