QUESTO E’ IL MIO SANGUE, di Elise Thiebaut

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Da quale punto incominciare a circoscrivere l’esperienza di lettura del libro di Élise Thiébaut che si è compiuta nel corso di tre notti consumate fino all’alba ? Non che l’argomento si addicesse all’oscurità, ma non posso liquidare come un caso il fatto che questa lettura sia stata fatta – senza motivo apparente – in quella parte del tempo in cui nessuno ci reclama e niente ci distoglie.

La voce di Élise Thiébaut nella traduzione dal francese di Margherita Botto scorre vivace e il suo passo fila disinvolto intrecciando episodi della sua vita di ragazza mestruata e poi di donna mestruata – sebbene la comparsa del menarca sia considerato nel senso comune il divenire donna tout court – con dati storici, scientifici, medici e statistici che hanno per oggetto le mestruazioni.
E’ toccante il modo in cui si può scrivere delle vite delle donne in età fertile articolando una fitta rete di dati di studio oggettivo e impersonale sullo scabro canovaccio quotidiano delle necessità più elementari di ogni donna quando è mestruata. Il racconto è quello di Élise, una donna europea abbastanza vicina a noi per condizioni e stile di vita, ma non è difficile provare ad allontanarsi dalle connotazioni del suo racconto e immaginare come può essere o essere stato per le altre donne in tempi e in luoghi diversi da questi nostri di adesso ; nonostante l’ironia nel tono della voce, la cifra del messaggio ricorrente per tutto il libro è un disagio crescente :
– per noi stesse che pur vivendo a un livello medio di benessere scontiamo comunque ampi margini di insicurezza ( cosa contengono le comuni «protezioni periodiche» ? e perché pagarle al prezzo di un genere di lusso ? ),
– per le donne che vivono in povertà o in guerra ( per loro non sono accessibili gli assorbenti; per non parlare di quando la penuria di cibo e lo shock inibiscono il ciclo mestruale ),
– per il pianeta : « … ci battiamo per rendere accessibili a tutte le donne prodotti che peraltro sospettiamo siano nocivi per la salute e l’ambiente. Soggetti a questo paradossale imperativo, tradiamo una regola rispettandone un’altra che le è collegata, senza nemmeno poterci sottrarre a questa situazione ( perché intanto il sangue continua a colare, non dimentichiamolo ). Un individuo sottoposto a un tale regime psichico non ha altra scelta che sprofondare nella follia. »

Ragazze e donne in età fertile significa anche rapporti sessuali e contraccezione, gravidanze o sterilità ; significa sindrome premestruale quando non endometriosi. Élise si racconta attraverso queste esperienze e traducendo anche le più ostiche nel linguaggio immediato del fisico, come nel caso della sua gravidanza attraverso la fecondazione in vitro oppure la sua scoperta di soffrire di endometriosi : il disorientamento, la paura e la sofferenza sono condivise senza bisogno di essere dichiarate, trapelano dal racconto a fior di pelle – ne sono sicura – in ogni donna all’ascolto.
Tuttavia lo spirito di Élise resta propositivo e ci presenta i modi alternativi agli assorbenti e ai tamponi interni per raccogliere il sangue catameniale, oppure tratteggia per noi un orizzonte inedito di cure di molte possibili malattie grazie alla scoperta delle cellule staminali contenute proprio nel sangue mestruale ; in realtà sullo sfondo si delinea pure un profilo inquietante della ricerca della scienza medica, in ritardo e in soggezione dei poteri economici, per non parlare di banche del sangue mestruale che scompaiono nel nulla con tutti i campioni di sangue posseduti…

L’edizione italiana del libro di Élise Thiébaut ha una copertina rosso mattone sulla quale campeggia un tampone interno, e un sottotitolo che dichiarerebbe il valore del testo : Manifesto contro il tabù delle mestruazioni, collocando così ideologicamente il libro. Quanto lontano nell’aspetto dall’edizione originale francese, in cui il disegno in bianco e nero di una donna nuda che porta sul pube un bouquet di fiori rossi accompagna un sottotitolo che recita, tradotto alla lettera : Piccola storia delle «regole», di quelle che le hanno e di quelli che le fanno…troppo arguto per essere inteso dalle lettrici e dai lettori italiani ? Troppo sbarazzina l’immagine da rischiare di attrarre la curiosità anche di lettrici e di lettori troppo giovani ?

Ma questo libro è solo una storia delle migliaia di altre storie che sono ancora da raccontare, magari da scrivere, sicuramente da condividere per riabilitare il sangue mestruale, come conclude Élise, per organizzare una rete di azioni e di saperi intorno a quel sangue, e promuovere nuove «regole» intessute stavolta direttamente nelle esperienze di vita delle persone mestruate…che si riconoscano o no come donne.

 

 

 

 

 

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Profilo Twitter di Élise Thiébaut @EliseThiebaut

 

 

 

 

 

 

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